Coronavirus, attività sportive ancora bloccate. L’assessore regionale Cambiaghi spiega la decisione
REGIONE LOMBARDIA – Allenamenti sì, allenamenti no? All’aperto o al chiuso? Dopo la pubblicazione del Decreto Ministeriale c’è molta confusione su come ci si debba comportare in ambito sportivo relativamente alle restrizioni imposte dall’ordinanza regionale emanata in accordo con il Ministero della Salute. Se nel resto della cosiddetta zona gialla il Decreto restituisce la possibilità di praticare sport (anche se a porte chiuse), in Lombardia sembra che le valutazioni siano di altro genere.
A chiarire la situazione, in attesa che tutto venga ufficializzato dal Governatore Attilio Fontana nelle prossime ore, ci pensa l’assessore regionale allo Sport Martina Cambiaghi. «Inizialmente abbiamo chiesto di confermare le disposizioni dei giorni in scorsi, specificate nella direttiva con le apposita Faq sulle attività ludico-sportive. Questo perché il numero di contagiati in regione è superiore rispetto alle altre regioni. Quindi almeno sino al primo marzo l’idea era di applicare le misure restrittive, ovvero tutte le attività all’aperto confermate con la sola eccezione del non utilizzo degli spogliatoi, mentre tutte le attività al chiuso vietate fatta esclusione per l’attività degli atleti professionisti, degli atleti che militano nelle squadre nazionali di tutte le federazioni sportive riconosciute dal Coni e degli atleti tesserati per società delle massime competizioni nelle rispettive discipline. Sono però sorte delle eccezioni che stiamo valutando con il Governo. La nostra priorità rimane tutelare la salute pubblica».
In ogni caso sembra che tutte le manifestazioni sportive a livello regionale potrebbero rimanere sospese almeno sino al primo marzo, mentre tutti gli eventi sportivi delle massime competizioni e campionati saranno vagliate di volta in volta con i Ministeri della Salute e dello Sport e comunque se dovessero svolgersi in luoghi chiusi saranno disputate a porte chiuse.
26022020