Tosi replica allo j’accuse di Banfi a Lega, Fdi, Fi e Sac: “Ti sei accertato della veridicità delle tue gravi accuse?”
SARONNO – “Caro Francesco ma dove hai assunto le informazioni su cui basi le Tue dichiarazioni? Ti sei accertato della fondatezza e veridicità delle gravi accuse che lanci? Perché, permettimi un consiglio, prima di diffondere a mezzo stampa infondate notizie di reato a proposito di una persona che credo tu nemmeno conosca, dovresti preoccuparTi non commettere tu il reato di diffamazione!”.
Così l’assessore ai Servizi sociali Gianangelo Tosi replica alle accuse del consigliere indipendente Francesco Banfi che aveva invitato Fdi, Fi e Sac ad esprimersi sulla vicenda dell’incontro a Villa Gianetti organizzato da Agire in Comune su Ambiente e Servizi Sociali.
“Ed allora ci tengo, anche a nome di Massimiliano Nardi, presidente del circolo di Busto Arsizio di Fratelli d’Italia, a precisarti ed a precisare soprattutto ai lettori, che le notizie di reato di cui parli non sono mai state oggetto di accertamento processuale, perché dai due processi in cui è stato imputato, Checco Lattuada è uscito senza alcuna condanna: in un caso assolto perché il fatto ascrittogli non costituisce reato, nell’altro prosciolto per intervenuta prescrizione dell’ipotesi di reato, dichiarata su richiesta del pubblico ministero, senza che le accuse fossero nemmeno state oggetto di dibattimento.
E, come ho già avuto modo di scrivere altrove, è bene che si sappia che Checco è degnissima persona, dedita al bene dei più sfortunati, oltre che a svariate attività politico culturali, giacché, per esempio, da anni aiuta i senza tetto – di qualsiasi etnia e religione – occupandosi di una mensa che prepara e distribuisce pasti caldi a chi si trova in quella situazione.
Lungi da lui, quindi, qualsiasi accusa di razzismo o neo nazismo. Purtroppo – per lui – ha il brutto vizio di essere uno dei più noti esponenti della Destra Sociale nella nostra Provincia e di essere un tenace assertore della libertà di pensiero, della libertà di ciascuno di noi di esprimere liberamente le proprie idee purché non sfocino in azioni o istigazioni criminose. E chissà che non sia questo il motivo per cui, nonostante sia stato assolto dal reato a causa della cui imputazione gli fu comminato il Daspo, questo non gli sia mai stato revocato”.
19022020