SARONNO / CERIANO LAGHETTO – “Nei giorni scorsi, l’Ats Brianza ha inviato un’informativa in seguito al crescente aumento del numero di focolai di influenza aviaria sviluppatisi in Europa. L’aviaria è un virus che colpisce gli uccelli selvatici, ma è altamente contagioso anche per altre specie animali ed è trasmissibile all’uomo I casi rilevati sono limitati a piccoli focolai all’estero tuttavia, per contenere il diffondersi dell’epidemia, l’Ats Brianza ha provveduto a divulgare alcune disposizioni da seguire”. Lo si legge in una nota dell’Amministrazione comunale cerianese.

Dunque, le contromisure da prendere. Le indica il Comune di Ceriano: “La prima fra tutte, riguarda gli allevamenti all’aperto di volatili e di pollame, i cui esemplari devono essere ricoverati in luoghi chiusi al fine di limitare il contatto con uccelli selvatici, eventualmente infetti. Vanno inoltre tempestivamente segnalati al dipartimento Veterinario dell’Ats, uccelli malati o trovati morti, evitando di avere con essi, qualsiasi tipo di contatto. Anche per i cacciatori ci sono dei comportamenti da seguire, ad esempio cambiare il prima possibile vestiario e calzature al ritorno dalle battute di caccia in modo tale da ridurre la possibilità di trasmissione dell’infezione sia in ambito casalingo sia al pollame e agli uccelli allevati in cattività”.

Altre disposizioni riguardano le esposizioni di volatili a fiere, mercati, mostre e simili, autorizzate solo a condizione che l’evento si svolga in modo da ridurre al minimo il rischio contagio da eventuali esemplari malati. “Oltre a queste disposizioni- aggiunge l’assessore comunale cerianese alla Protezione animali, Antonella Imperato– Una particolare attenzione va riservata agli animali domestici affinché non entrino in contatto con esemplari eventualmente contagiati sia vivi che deceduti. Attenzione quindi mentre portiamo a passeggio il cane oppure quando lasciamo il gatto libero di cacciare prede in giardino. Piccola nota positiva per il nostro territorio: è stato riscontrato che gli uccelli selvatici più comuni nelle nostre zone come piccioni, colombe, tortore, merli, rondini, passeri e altre specie delle stesse famiglie, sembrino addirittura essere resistenti al virus o comunque essere poco ricettivi”.

14122020

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