BARLASSINA – Anche a Barlassina lo scorso 25 aprile gli eventi per celebrare la Festa della liberazione. Questo il discorso letto dal sindaco, Piermario Galli.

Carissimi, non mi stancherò mai di ripetere che quella di oggi è una data fondante della nostra storia repubblicana, la data che ricorda la liberazione dal nazi-fascismo e che ha aperto la strada al ristabilimento della democrazia nel nostro paese.

Inutile nascondersi che questo 25 aprile è un 25 aprile particolare; per quanto ci sforziamo non possiamo non andare con la mente e con il cuore in Ucraina, dove una guerra assurda e scellerata, scatenata in modo arbitrario, sta provocando distruzione e morte, così come, è bene non dimenticarlo, fanno tanti altri conflitti nel mondo. Ricordando il 25 aprile, abbiamo sempre sottolineato che grazie al sacrificio di chi si era opposto al nazi-fascismo avevamo riconquistato non solo la libertà, ma potevamo godere da decenni di pace e prosperità. Ora ci ritroviamo con questa guerra in Europa, con milioni di profughi, una guerra che ci fa ritornare al pensiero degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, che ci fa riscoprire più insicuri e più incerti. Ovviamente non si possono semplicisticamente fare parallelismi tra il 25 aprile e la situazione attuale, ma è lecito e doveroso chiedersi:Cosa vuol dire per noi celebrare oggi il 25 aprile?

Vuol dire innanzitutto riconoscere che libertà e democrazia non sono scontate, date per sempre, vanno custodite e difese, a volte a caro prezzo. Libertà e democrazia sono bellissime e fragili contemporaneamente. Se ci pensiamo bene, forse la cosa che più ci spaventa in questo periodo è l’idea che tutto ciò che abbiamo, la possibilità di dire quello che pensiamo, gli affetti che più ci sono cari, possano scomparire da un momento all’altro, magari per il capriccio e/o lo strapotere di un uomo solo o quasi al comando. Questo ci deve far riflettere su quanto i valori che il 25 aprile incarna siano qualcosa di molto concreto, di molto vero, di molto vicino. Forse con il passare degli anni ci siamo abituati al 25 aprile, e come succede per ogni abitudine il rischio è quello di dare per scontato e non sapersi più ridare le ragioni di questo fare memoria.Da questo rischio ci scuote la situazione attuale ponendoci di fronte ad alcune domande: noi che uso abbiamo fatto e facciamo della libertà di pensiero e di parola che ci è stata conquistata a caro prezzo dalle generazioni precedenti?

Della possibilità di votare, di partecipare alla vita democratica? È drammatico ad esempio il livello di astensionismo che si registra ad ogni elezione. Che idea e che rispetto abbiamo delle nostre istituzioni repubblicane?Ci scopriamo indignati e sgomenti quando vediamo che in tanti paesi chi osa dire quello che pensa rischia la prigione, che in tanti paesi le elezioni sono poco più di una farsa, ma spesso e volentieri noi ci ritroviamo a non saper apprezzare questi diritti ad altri negati.È giunto il momento non solo di ridire a parole la nostra gratitudine per il sacrificio di chi ci ha preceduto, ma di fare convintamente la nostra parte perché ciò che questo sacrificio ci ha regalato non vada perso, e non per qualche evento eclatante, ma perché dandolo per scontato lo svuotiamo a poco a poco del suo valore.

Vogliamo impegnarci, noi non altri, vogliamo impegnarci a fare la nostra parte nella società facendo lo sforzo di approfondire la conoscenza di ciò che accade, scegliendo consapevolmente, esprimendo il nostro voto, offrendo per quanto ci è possibile del tempo e delle risorse agli altri. La partecipazione è una cartina di tornasole fondamentale per misurare la salute di una democrazia e una democrazia sana è il miglior antidoto contro l’avanzata di totalitarismi e presidio di pace. Mai come oggi è necessario celebrare il 25 aprile. Il 25 aprile è stato, ma è ancora oggi nelle nostre parole e nei nostri gesti di partecipazione. Davvero come cantava Giorgio Gaber anni fa “Libertà è partecipazione”.

Buon 25 aprile a tutti!

(foto: un momento delle commemorazioni a Barlassina)

29042022

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