CESANO MADERNO – “La città ha ricordato chi ha lottato per la nostra libertà. Nella mattinata del 25 aprile le celebrazioni ufficiali a cui, dopo la pandemia, la cittadinanza ha potuto partecipare in presenza. Emozione durante la tradizionale sfilata, al momento dell’Alzabandiera e della deposizione della corona d’alloro in onore dei nostri caduti. Presenti tanti cittadini, il sindaco e i rappresentanti del Comune, le autorità militari e religiose, l’Anpi, le associazioni combattentistiche”. A ricordare gli eventi della Festa della Liberazione una nota dell’Amministrazione civica cesanese.

Poi il discorso del sindaco Maurilio Longhin nel cortile d’onore di Palazzo Arese Borromeo. Un messaggio che si è soffermato sulla tragica situazione in Ucraina. Eccone alcuni passaggi: “Libertà.. pronunciare questa parola oggi assume un sapore quasi amaro, perché quella libertà di cui noi possiamo disporre ovvero la libertà di pensare, di operare, di scegliere in modo autonomo, quel diritto di ogni individuo di disporre liberamente della propria persona, ebbene la libertà oggi è denegata ad un popolo che sta lottando per non perderla; oggi in Ucraina si sta verificando quello che da noi è successo fino a quel 25 aprile di 77 anni fa, la resistenza contro l’oppressore, una resistenza strenua combattuta da un popolo intero che non vuole piegarsi, che non vuole soccombere. E non ci possono essere equivoci o retropensieri rispetto al sacrosanto diritto di un popolo oppresso di combattere per respingere un invasore che sta uccidendo senza distinzione donne, bambini e uomini e che sta devastando e distruggendo la vita degli Ucraini, le loro città il loro Paese.” Poi l’elogio a chi tende la mano, alla solidarietà dei cesanesi: “Si parla di milioni di profughi che anche noi contribuiamo ad accogliere. Nel nostro Comune stiamo ospitando oltre 200 persone, prevalentemente presso famiglie ucraine già residenti, ma anche presso molte famiglie italiane, presso le parrocchie o in immobili messi a disposizione per l’accoglienza. Di queste persone la maggior parte sono donne e minori. È un popolo che fuggendo cerca di salvare le future generazioni, ma sono moltissime le donne e gli uomini rimasti a difendere proprio Paese… E allora che il nostro 25 aprile sia un appello alla pace e a sostenere coloro che la pace stanno cercando con la libertà che ancora hanno di non arrendersi di fronte all’invasore”.

26042022

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