LAZZATE – “Mancano pochi giorni alla scadenza del 18 maggio, la data in cui dovrebbero ripartire molte attività commerciali ma il condizionale è d’obbligo perché il Governo non ha ancora chiarito modalità e protocolli per poter riprendere”. Così il lazzatese Andrea Monti, vice capogruppo della Lega al Pirellone (foto) in un articolo sul suo blog personale www.ilmonti.com sulle riaperture della prossima settimana.

Nessuna chiarezza circa negozianti, parrucchieri, baristi e ristoratori che, giustamente, sono in fibrillazione. Ma la cosa peggiore è che il Governo ha scaricato tutte le responsabilità addosso alle Regioni. In un Paese in cui si discute addirittura se revocare quel poco di autonomia che le regioni hanno, si è arrivati all’assurdo che il Governo sta delegando proprio alle Regioni le decisioni in materia di emergenza sanitaria. L’obiettivo è tutto politico: a Roma sanno che l’unica realtà colpita in maniera importante è la Lombardia. In caso di ritardata riapertura delle attività, aizzeranno gli imprenditori contro Attilio Fontana, in caso di riapertura invece lo incolperanno per un possibile aumento dei contagi. Ma mentre il Governo si diverte in questo spregiudicato giochetto politico, ci sono decime di migliaia di imprenditori che nemmeno riescono ad immaginare un possibile orizzonte di ritorno al lavoro. Sono quelli che chiamo “no data”, nel senso che ad oggi non hanno nemmeno una ipotesi di data per ripartire. Basti pensare agli operatori del mondo dello spettacolo: cinema, teatri e concerti. Oppure a chi gestisce i grandi eventi sportivi: stadi, palazzetti, ma anche le feste, le sagre, le fiere di paese. Ci sono ambulanti, circa 6.000 solo in Lombardia, che vivevano solo di questi eventi. Il Governo, l’unico dotato di strumenti finanziari pesanti ed eccezionali, dovrebbe pensare a queste categorie. Magari tra un attacco a Regione Lombardia e l’altro, potrebbero sprecare due minuti per ascoltarci ed aiutare imprenditori e famiglie che non solo stanno soffrendo da tre mesi, ma che sono disperati per assenza di futuro e prospettive. Ci vogliono aiuti pesanti – conclude Andrea Monti – soldi freschi o prestiti ponte veri, non i 25.000 eirp che le banche non danno”.

16052020

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