MISINTO – Anche a Misinto nello scorso fine settimana le celebrazioni per l’Unità d’Italia e la Giornata delle forze armate; sono state particolarmente intense e partecipate da parte dei cittadini e del mondo del volontariato, ad iniziare da responsabili ed addetti della Sei-Servizi emergenza integrati (l’associazione dei volontari di protezione civile del paese) ed con anche il corollario fornito dal corpo musicale.

Il sindaco Matteo Piuri ha tenuto i discorsi di rito, ed alle cerimonie hanno preso parte anche tutti gli altri rappresentanti istituzionali locali. E’ stato anche inaugurato il cippo dedicato al “Milite ignoto”.

Questo il discorso del sindaco Piuri.

Cari concittadini, autorità militari, civili e religiose, oggi ci ritroviamo, dopo due anni di assenza, davanti al monumento dedicato ai nostri caduti.Un saluto speciale a nome mio e di tutto il consiglio comunale alle insegnanti e ai ragazzi delle nostre scuole, per la partecipazione a questa ricorrenza.

Oggi commemoriamo l’Unità Nazionale e la Festa delle forze armate. Non è però un 4 novembre come i precedenti. In questa solenne giornata, rendiamo omaggio a tutti gli italiani, uomini e donne, che hanno perso la propria vita per la patria, per la libertà e per costruire un futuro di pace. Tra questi valorosi ricordiamo anche dei misintesi che hanno lottato per la pace sacrificando la vita. Come detto però, commemoriamo anche un’altra figura particolare, quasi misteriosa: il milite ignoto. Un soldato che per cent’anni è stato volutamente ignoto e che nel corso degli ultimi mesi invece è diventato Cittadino d’Italia, rientrando nella simbologia che appartiene alla nostra identità nazionale. Sono molti i comuni, e tra questi c’è anche Misinto, che hanno voluto riconoscere la cittadinanza onoraria a questo soldato senza nome. Un soldato che simbolicamente ne rappresenta migliaia. Alla fine della grande guerra, molti dei corpi che furono traslati nei cimiteri militari rimasero senza nome. Sono infatti 60.000 i militi ignoti che riposano nel sacrario militare di Redipuglia in provincia di Gorizia. A guerra finita, ogni nazione volle onorare simbolicamente la memoria dei propri caduti ignoti attraverso un monumento eretto a ricordo del sacrificio di tali uomini “scomparsi” e che pur fecero la storia dell’Europa del XX secolo. In Italia, nell’agosto del 1920 venne proposta la sepoltura di un milite senza nome al Pantheon, l’edificio dedicato alla sepoltura dei reali d’Italia, quasi a volerne dimostrare il pari prestigio e la pari nobiltà. La proposta fu accettata l’anno seguente, ma al posto del Pantheon per la sepoltura fu indicato l’Altare della Patria. Nell’ottobre del 1921 vennero scelte delle salme di soldati italiani senza nome, provenienti da cimiteri di guerra o dai luoghi di battaglia dove i combattimenti erano stati più cruenti. Le bare, tutte identiche e perciò non distinguibili, furono trasferite prima a Udine e poi nella Basilica di Aquileia. Qui, rivestite dalla bandiera tricolore, poco prima della scelta furono ulteriormente spostate fra loro, per garantire l’assoluta imparzialità rispetto alla loro zona di provenienza. Il 28 ottobre, durante la cerimonia di selezione del feretro che sarebbe stato traslato fino a Roma, all’altare della Patria, per una circostanza del tutto casuale e irripetibile, venne scelta la decima bara.

La bara, caricata su un carro ferroviario aperto, affinché la gente potesse renderle onore durante il suo viaggio verso Roma, fu scortata da reduci decorati con medaglia d’oro. Il viaggio del feretro verso Roma durò dal 29 ottobre al 2 novembre attraversando molte città, che ebbero l’onore di omaggiare il milite ignoto. Arrivato a Roma, fu condotto alla chiesa di S. Maria degli Angeli e Martiri ed esposto al pubblico per tutta la notte sotto lo sguardo vigile della Guardia d’Onore.Il 4 novembre 1921 avvenne la solenne tumulazione presso il sacello dell’Altare della Patria. Il consiglio comunale di Misinto, con il riconoscimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, ha voluto rimarcare il ripudio per ogni totalitarismo e ogni guerra, identificandolo come il simbolo delle vittime di tutti i conflitti armati e come monito per le coscienze a non ripetere gli errori del passato, richiamando anche i valori della nostra Costituzione. Oggi rendiamo omaggio a lui e a quanti hanno dato la vita durante i conflitti armati del Novecento, lottando per la libertà, la democrazia e per il valore della fratellanza che oggi più che mai deve essere rinnovato e promosso soprattutto tra le nuove generazioni.Nuove generazioni che quest’anno possiamo avere al nostro fianco qui oggi. A voi mi rivolgo ora. Se avete compreso la breve ricostruzione della storia che ha portato alla traslazione del milite ignoto cento anni fa, ne avrete certamente colto uno dei tratti salienti della sua figura: lo spirito di sacrificio. Il sacrificio e le sofferenze patite da chi ci ha preceduto per lasciarci la libertà di cui godiamo e godete anche voi oggi, devono essere da stimolo affinchè vi impegnate al meglio delle vostre capacità nello studio e per la realizzazione dei vostri sogni di vita.Auspico vogliate attribuire allo spirito di sacrifico del “Milite Ignoto” il valore che merita. Identico valore spero lo riconoscerete oggi a tutti coloro che, con una divisa o senza, sono impegnati per garantire la libertà in tutte le sue declinazioni. Libertà di espressione, libertà di culto, libertà di insegnamento, libertà di pensiero e di manifestare solo per citarne alcune.Oggi quelle donne e quegli uomini sono i vostri genitori, sono gli appartenenti alle forze di polizia, sono i medici e gli infermieri che specialmente negli ultimi mesi ci hanno curato e salvato, sono i volontari delle associazioni, sono i vostri insegnanti. Forse c’è anche qualche politico sicuramente ci sono altre categorie di persone che non ho citato ma che rappresentano il meglio della nostra società.Prendete esempio come fecero i giovani che oggi commemoriamo, e fate la vostra parte. Il sacrificio che viene chiesto a voi oggi è nulla paragonato a quello del “Milite Ignoto” o a quello dei “ragazzi del 99”.Come dissi già due anni fa, la speranza di un futuro migliore, la speranza di lasciare il nostro Paese migliore di come l’abbiamo trovato e di come è oggi, deve riguardare anche voi. Non perdete l’occasione di fare la vostra parte in positivo.Concludo ringraziando gli uomini e le donne della Stazione Carabinieri di Lentate sul Seveso e di tutta la Compagnia di Seregno, per il lavoro quotidiano sul territorio a nostra tutela.Grazie alla Polizia Locale, all’associazione S.E.I. di Misinto (Protezione civile), alla Cri Comitato Alte Groane per il lavoro eccezionale degli ultimi mesi durante la pandemia.Grazie all’associazione “Combattenti e reduci” che in giornate come questa rappresenta la nostra memoria.

Grazie ai rappresentanti delle associazioni di Misinto e non che sono intervenuti qui oggi, a tutto il personale delle nostre scuole, grazie ai miei assessori e a tutti i consiglieri comunali. Tutti insieme proviamo ogni giorno a rendere Misinto un luogo migliore in cui vivere. Viva l’Italia Unita, viva le Forze armate! Il vostro sindaco Matteo Piuri

(foto: alcuni momenti delle celebrazioni, con il discorso letto dal sindaco Matteo Piuri e l’inaugurazione del cippo dedicato al Milite ignoto)

09112021

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