RESCALDINA – “Irregolari licenziamenti all’ex Auchan: i dipendenti vanno reintegrati”. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano sul caso del centro commerciale di Rescaldina. La vicenda è quella che riguarda gli otto ex dipendenti Auchan che avevano perso il lavoro nell’ambito ci fu il passaggio del centro commerciale da Auchan a Conad, nel settembre 2020. Degli allora 300 addetti, 200 passarono a Conad nel contesto di un accordo sindacale (al quale la Cgil decise di non aderire) mentre altri ricevettero incentivi per andarsene.

In tale contesto, si sviluppa la vicenda di otto dipendenti – che non erano stati ricollocati e non intendevano accettare gli incentivi d’uscita offerti – che finì al vaglio del giudice del lavoro, che diede loro ragione. Vennero posti in “aspettativa retribuita”. Ora il nuovo pronunciamento, stavolta della Corte d’Appello: dovranno essere reintegrati, a meno che la vertenza prosegua in Cassazione.

Scrive la Cgil Ticino Olona:

Nel corso della trattativa sindacale svoltasi nel settembre 2020 per il trasferimento dei 300 dipendenti impiegati all’epoca presso l’ex Auchan, solo 200 ebbero la “fortuna” di passare alla nuova proprietà a partire da ottobre 2020. A differenza dei lavoratori che scelsero volontariamente di aderire al piano di incentivazione all’esodo proposto dalla subentrante, otto di questi (tra cui una coppia di coniugi con due figli a carico), non vedendosi riconoscere il diritto al passaggio decisero, sostenuti dalla Filcams Cgil Ticino Olona, di impugnare la mancata ricollocazione verso il nuovo player commerciale.

Va ricordato che, a seguito della sentenza del Tribunale di Busto Arsizio che aveva sancito l’illegittimità della scelta aziendale praticata in sede di accordo sindacale non sottoscritto dalla Cgil, l’azienda aveva, con decorrenza 1 aprile 2022, reintegrato gli otto lavoratori che vennero successivamente posti in aspettativa retribuita, motivata dall’azienda in ragione di una preventiva valutazione tecnico-organizzativa prima della ricollocazione nel punto vendita. Questa decisione venne dalla categoria fin da subito contestata poiché ritenuta strumentale e conseguentemente fu organizzato un presidio davanti al punto vendita di Rescaldina per rivendicare il diritto al reintegro immediato sul posto di lavoro così come stabilito dal giudice.

A sostegno di ciò si evidenzia che NTC8 (attuale gestore del punto vendita Spazio Conad) ha continuato nel corso di questi due anni ad assumere personale in sostituzione dei lavoratori dimessi o licenziati (solo nel periodo gennaio-settembre 2022 ventisette lavoratori) utilizzando contratti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e anche, durante i picchi di maggior vendita, contratti in somministrazione tramite agenzie interinali.

Successivamente quattro degli otto lavoratori si videro recapitare una lettera di apertura della procedura di licenziamento individuale presso l’Ispettorato del Lavoro, alla quale la Filcams presenziò contestando la procedura, ma che a conclusione dell’iter, vide i quattro lavoratori messi alla porta.

Oggi, a seguito della sentenza della Corte d’Appello, viene riconfermata anche in secondo grado l’irragionevole e infondata posizione aziendale che, grazie al supporto degli avvocati Luigi De Andreis e Emanuela Casali e dell’Ufficio Vertenze della Cgil Ticino Olona, sancisce ulteriormente l’ingiustizia perpetrata da Conad nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che avevano ed hanno pieno diritto alla ricollocazione. La conferma in secondo grado è un importante vittoria per la Cgil poiché evidenzia la centralità del diritto al lavoro ristabilendo così la dignità violata delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

26112022

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