LOMAZZO – “I lavoratori hanno accettato, loro malgrado, l’accordo che era sul tavolo. Questo perché non esisteva un piano B. L’intesa raggiunta ha tenuto conto di tutte le fasce di età dei dipendenti presenti nello stabilimento e ha cercato di offrire loro la miglior soluzione possibile, viste le condizioni. Non si può dire che se ne esca contenti, ma sicuramente in un contesto di coperta corta si tratta di un’intesa che almeno tiene al caldo po’ tutti”. Lo si leggi in una nota sindacale, come commento di Marco Felli, operatore Femca Cisl dei Laghi che sta seguendo la vicenda della Henkel dopo l’approvazione all’unanimità, nella mattinata di lunedì 12 luglio, dell’ipotesi di accordo quadro sottoscritto la scorsa settimana per la risoluzione della vertenza relativa allo stabilimento di Lomazzo (150 posti compreso l’indotto).

“Ora andremo a comunicare all’azienda l’esito delle assemblee – prosegue Felli -, così che si possano attivare i diversi passaggi di uscita. Fino al 30 settembre tutti i dipendenti dell’azienda continueranno a ricevere stipendio pieno, chi prima di quella data decidesse di uscire volontariamente potrà beneficiare di un incentivo. Vi sarà contestualmente l’attivazione della cassa integrazione straordinaria, che durerà 12 mesi. Al termine della cassa integrazione per i lavoratori a cui mancheranno 36 mesi alla pensione l’azienda integrerà la differenza per arrivarci al 100% dello stipendio, per tutti coloro invece che non saranno ancora pensionabili si permetterà di uscire dal mondo del lavoro con degli incentivi. Da subito è prevista la messa in atto di politiche di outplacement par aiutare il personale nella ricerca di un lavoro”.

“L’azienda – conclude Felli – ha inoltre la lista di 22 dipendenti che hanno manifestato disponibilità a ricollocarsi in altri stabilimenti del gruppo, in Italia e in Germania, a Dusseldorf, con condizioni economiche dedicate”.

13072021

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