CATANIA- “I 25 anni di attività del Banco alimentare della Sicilia hanno permesso di fotografare un cambiamento sui territori nella risposta al bisogno di recupero degli alimenti e hanno concretizzato la necessità di dover tramutare la buona volontà in un percorso strutturale. Senza questa trasformazione neppure la Legge Gadda contro gli sprechi può funzionare. La legge 166 non pone limiti ai beni che possono essere recuperati, l’abbondanza è un fatto negativo solo quando diventa spreco, quando non diventa un’opportunità”. A parlare è la parlamentare del Varesotto, Maria Chiara Gadda di Italia viva, che si è recata in Sicilia per incontrare i rappresentanti dei Banco alimentare.

Non è un caso se durante la pandemia da Covid-19 le nuove disposizioni, che hanno interessato la norma, hanno ampliato il paniere dei beni facendo spazio a giocattoli, libri, apparecchiature elettroniche e persino materiali d’arredo. La donazione non è è solo un modo per allungare il ciclo di vita del prodotto, ma una via per declinare un nuovo modello di responsabilità sociale e d’impresa nel Paese. A Catania nella prestigiosa sede della Università erano presenti tutti gli attori fondamentali per l’attuazione della legge 166. Profit, non profit, università, professionisti in tanti ambiti e istituzioni pubbliche hanno tutti un impatto fondamentale. Un grazie speciale ai volontari, perché proprio a Catania il Banco Alimentare può vantare una esperienza unica in Italia per quantitativi recuperati di pescato, grazie alla collaborazione con il mercato ittico, i veterinari di sanità pubblica e le diverse autorità coinvolte. Bravissimi.

09062023

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