SARONNO – Giulia Longhi dell’Inox Team Saronno “festeggiata” al “Decimo Municipio” di Roma, il quartiere della capitale del quale è originaria. E’ successo nei giorni scorsi prima della partenza dell’Italia, della quale fa parte, della Nazionale italiana per Sidney in Australia, dove le azzurre stanno ora disputando la Pacific cup, tappa preparatoria in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020.

E’ stata la stessa Giulia Longhi a raccontare, con uno scritto, la propria avventura nel mondo del softball.

Un giorno di 18 anni fa, durante una lezione di educazione fisica, un signore entrò per la prima volta nella mia classe con l’intenzione di insegnarci il gioco del baseball. Non ci capivo niente. Peró ero bravina. Mi convinse ad andare al campo,e così un pomeriggio insieme a papà ci andai. Riccardo è il mio primo maestro. Lui mi ha fatto innamorare di questo sport.

I primi anni me li ricordo a fare mille tornei in tutta Italia. Patrizia ci portava da una tenda all’altra della nazione come solo una coach-nonna sa fare. Mi disse: “Mettete lì!..In terza base”. Non mi sono più mossa. Me sa che con tutte le cose che doveva fá, me s’è dimenticata là.
Papà e mamma hanno trovato un secondo lavoro; rispettivamente taxi e tutto fare. Roma-Montegranaro: meta fissa dei fine settimana liceali.
Roma-Caserta: meta fissa del post università. La fortuna è che tutto questo l’ho condiviso con le mie amiche di vita, nonché anche compagne di squadra (Angy, Erica, Pri). L’aria campana mi ha permesso di diventare un panda gigante, di visitare il mondo e di vincere tantissime medaglie e coppe passando per la Florida, Repubblica Ceca, Olanda, Canada, Giappone, Australia, Verona, Milano.

Andando al sodo… Ho conosciuto persone fantastiche tra allenatori/allenatrici, dirigenti, e teammates. Non posso citarvi tutti/e perché sicuramente dimenticherei qualcuno. Tutto quello che posso fare però è dirvi che chi ha creato, toccato o anche solo sfiorato questo lunghissimo percorso, ha contribuito alla vittoria di questa qualificazione Olimpica. È merito vostro se Tokyo 2020 è reale. Per cui il “grazie” lo dico io a voi.

Vi dedico questa vittoria, la dedico a quelle atlete che hanno visto svanire il sogno delle olimpiadi nel 2007, alle future promesse nazionali del domani, a Bianca… ma soprattutto la dedico a quelle 15 bambine che diciotto anni fa (chi più e chi meno) hanno preso per la prima volta un guantone e una mazza in mano sognando questo momento. Ce l’avete fatta. Vi potete svegliare. We made it happen!

(foto EzR/NADOC: Giulia Longhi in azione di gioco con la maglia dell’Italia)

01022020

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome