MILANO – “Sono tante le segnalazioni che indicano come non vi sia completo e corretto utilizzo delle mascherine Ffp2 nei mezzi di trasporto pubblico in particolare urbano, ma anche extraurbano. Questo vale sia nelle realtà più piccole, sia in quelle più grandi… A Milano l’evidenza empirica, nonostante la disposizione sia stata fissata via Decreto già da molti giorni, dice che la mascherina adeguata non viene utilizzata da ben 1 passeggero su 5 e che non ci sono filtri fissi ai tornelli”. Lo ha detto Manfredi Palmeri, consigliere regionale liberale di maggioranza e capogruppo del Polo di Lombardia a Palazzo Pirelli, denunciando la questione ed aggiungendo: “Occorre quindi intervenire per rendere il provvedimento credibile e utile, perché in diverse realtà non è affatto così: rischia di non essere più preso con serietà e di non raggiungere l’obiettivo dichiarato. I controlli poi dovrebbero essere effettuati direttamente e indirettamente dai soggetti gestori (anche con economie di scala su altri in essere o comunque opportuni) e non dalle Forze dell’Ordine che devono invece dedicarsi a presìdi più specifici che non quelli di verificare semplicemente quale tipo di DPI si utilizza ai varchi, nelle stazioni e nei mezzi. Se l’attività implica costi aggiuntivi e se questi fossero non sostenibili, si sollevi il tema a livello nazionale perché non è pensabile che ci siano cittadini che si comportano diversamente dagli altri impunemente (e taluni orgogliosamente) e che nel territorio vi siano regole che valgano a macchia di leopardo su una questione così importante con le occasioni di contagio determinanti per il quadro pandemico complessivo”.

Prosegue Palmeri: “Era chiaro a tutti che nel giro di pochissimi giorni sarebbe aumentata in modo consistente la domanda di mascherine Ffp2 a seguito delle decisioni del Governo, come ci dicevano i dati delle associazioni di categoria, delle farmacie e prima di tutto la logica. Ci sono enti locali che si stanno occupando nel territorio di renderle disponibili ma è importante che siano meccanismi che non generino figli e figliastri. Accanto a questo devono essere effettivi gli interventi promessi per calmierare i prezzi ritenendo comunque non corretto che ciò voglia dire 0,75 euro a pezzo, perché per i cittadini a fronte di un utilizzo con le giuste modalità, questo non può andare bene. Per non parlare degli introvabili e costosissimi modelli pediatrici, ulteriore esempio di come non ci siano adeguati sostegni per la vita dei figli nelle famiglie”.

13012022

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