SOLARO – Riceviamo e pubblichiamo la nota condivisa dal presidente del consiglio comunale Gianfranco Morelli su quanto successo nell’ultima assemblea cittadina.

Succede che nel consiglio comunale del 6 marzo la Lega presenti un’interrogazione sul perché alla manifestazione natalizia “Vetrine in festa” dedicata al commercio solarese siano stati accettati come partecipanti anche esercenti non in regola con il pagamento delle tasse comunali.

Succede che all’interrogazione risponda la Sindaca sostanzialmente scusandosi per il disguido dovuto ad un poco approfondito controllo incrociato dei dati fiscali.

Succede che la Lega presenti seduta stante una mozione preconfezionata di sfiducia nei confronti dell’assessore Monica Beretta con richiesta al Sindaco di ritiro delle deleghe, per il solo fatto che essendo l’assessore titolare della delega alla legalità avrebbe dovuto vigilare sullo svolgimento di una manifestazione che neanche aveva organizzato.

Succede che ai sensi del regolamento il Presidente del Consiglio decida che la mozione sia discussa in coda all’ordine del giorno data la gravità della materia.

Succede che allo scadere della mezzanotte, mancando solo due interrogazioni, oltre alla suddetta mozione, per l’esaurimento dell’ordine del giorno, i leghisti pretendano che il consiglio comunale venga chiuso e i punti in sospeso verosimilmente rimandati alla fine di aprile.

Succede che il Presidente del consiglio decida di prolungare ad oltranza la seduta per permettere al consiglio di pronunciarsi su quel gravissimo atto di censura della Lega nei confronti di un membro della giunta, sottolineando in tal modo la particolare importanza della stessa proposta leghista.

Succede a questo punto che i consiglieri della Lega (anzi delle due Leghe in consiglio comunale) traccheggino, confabulino e alla fine lascino il consiglio abbandonando sul campo come un’orfanella la loro stessa mozione oltre ad un’altra interrogazione presentata.

Succede che la Lega aveva programmato di tenere ”in caldo” per settimane la pesante mozione di sfiducia contro l’assessore Beretta per battere ossessivamente sulla grancassa dei social, e amplificarla nelle chiacchiere di paese col megafono delle malelingue.

Succede invece che il giocattolino gli si rompa tra le mani perché il presidente del consiglio decide che il Consiglio comunale viene prima dei social, prima della propaganda e un atto amministrativo di tanta gravità come una mozione di sfiducia che metterebbe in crisi il governo del paese va discusso nella sua sede deputata e autorevole, il consiglio comunale, anche se la discussione supera il consueto limite della mezzanotte.

Perché succede che ai leghisti di Solaro piaccia giocare con la politica, divertirsi con le furbate, i trabocchetti di basso cabotaggio, la polemica colorita. E succede anche che li si lasci fare perché tutto sommato la vivacità nella vita politica e civile di un paese serve anche a rendere meno apatica la gente.

Ma poi succede che il gioco vada oltre e investa la dignità delle istituzioni, l’architettura stessa su cui si regge il vivere associato. E allora lo scherzo non si accetta più perchè il momento della serietà e della responsabilità è arrivato.

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