SOLARO – Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Amministrazione comunale con “alcune indicazioni per la cittadinanza in merito all’utilizzo di mascherine e dispositivi di protezione individuale e due dichiarazioni, del sindaco Nilde Moretti e dell’assessore Cristian Caronno, riguardo l’iniziativa di distribuzione di mascherine portata avanti da un gruppo consiliare di minoranza.

Gli over 65 sono invitati a non uscire di casa. Per le persone in difficoltà a rischio isolamento sociale, senza reti famigliari, in isolamento obbligatorio o con disabilità il Comune ha predisposto un servizio di consegna spesa e farmaci formando un gruppo di volontari. Per tutti gli altri, l’invito è rivolgersi a famigliari o vicini di casa per le esigenze primarie evitando così di dover uscire dalla propria abitazione. È stato anche creato un elenco di esercizi commerciali di prossimità disponibili per la consegna a domicilio proprio per andare incontro ad ogni esigenza. Si ricorda che l’utilizzo di mascherine riduce la dispersione delle goccioline di saliva, non protegge chi le utilizza (a meno di presidi dedicati a chi lavora a contatto con casi confermati). Avere una mascherina non consente di lasciare la propria abitazione se non in caso di necessità comprovate, lavorative o sanitarie. Il Comune di Solaro ha dotato di mascherine omologate con marchio CE per il personale a stretto contatto con il pubblico come gli agenti di Polizia locale, i volontari della Protezione Civile, i dipendenti comunali dei servizi essenziali ed i volontari del gruppo di consegna a domicilio di spesa e farmaci proprio per proteggere la popolazione.

“Non possiamo appoggiarne la distribuzione di mascherina prospettata da un gruppo consiliare di minoranza per una serie di motivi – spiega l’assessore Cristian Caronno – Primo e principale: le fasce deboli della popolazione, mascherina o non mascherina, non devono lasciare la loro abitazione. Le indicazioni sono chiarissime: per le fasce cosiddette fragili è previsto un servizio comunale di assistenza, per gli altri è raccomandato di rivolgersi a famigliari o vicini di casa perché non devono
assolutamente uscire di casa. Distribuire mascherine che non sono presidi sanitari prioritariamente ai cittadini over 65 è ulteriormente pericoloso, gli anziani potrebbero credere in una protezione che questo tipo di mascherina non può dare. In generale l’eventuale consegna di questi dispositivi può rivelarsi un pericoloso segnale di apertura: ricordiamo a tutti che non sono terminate le restrizioni e di conseguenza non è sufficiente indossare una mascherina per circolare liberamente. In questo periodo buona parte dell’attività di sensibilizzazione delle amministrazioni ad ogni livello, svolta nelle ultime settimane rischierebbe di essere compromessa”. Pensare che l’utilizzo di dispositivi non sanitari sia “meglio di niente” significa non comprendere che con quel tipo di mascherina il rischio di contrarre il COVID-19 è paragonabile al non indossarla.

Il gruppo consigliare che intende effettuare la distribuzione di questo tipo di mascherine rischia di inficiare il lavoro quotidiano di sensibilizzazione che l’amministrazione sta facendo sul territorio, contattando personalmente decine di persone, creando legami con i medici di base, collaborando con le farmacie, rispondendo a numerose e-mail e affrontando questioni più disparate. Tutto per permettere ai cittadini di rimanere in sicurezza a casa. Vedere il nostro lavoro messo a rischio è veramente frustrante”.

“Come Comune – conclude il sindaco Nilde Moretti – siamo stati e siamo tuttora impegnati nel reperimento dei dispositivi di protezione individuale omologati e sicuri per dotarne gli agenti di Polizia locale, i volontari della Protezione Civile, i dipendenti comunali ancora al lavoro per i servizi di necessità ed i volontari che con tanto coraggio e generosità sono impegnati nel servizio di consegna della spesa e dei farmaci a domicilio. Come Sindaco la priorità per la dotazione di DPI è giusto destinarla a loro. Inoltre, da primo cittadino sento la responsabilità civile di evitare di accedere più del dovuto alle scorte dei dispositivi sanitari omologati magari distogliendole dalla disponibilità di operatori sanitari o civili in lotta in prima linea per assistere i malati o le persone in difficoltà ed è per questo che come Comune non possiamo promuovere né un acquisto massivo né tanto meno l’acquisto di
presidi non sanitari”.

28032020

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