SARONNO / CERIANO LAGHETTO – Ore di attesa per i dipendenti della Gianetti ruote, chiusa da inizio luglio: con i sindacati hanno fatto ricorso al tribunale di Monza, hanno chiesto di annullare la procedura del licenziamento collettivo, per loro irregolare, e nel caso il giudice dia loro ragione, l’iter dovrà ripartire da zero. L’altro giorno al tribunale di Monza si è chiuso ilo dibattimento ed il giudice pronuncerà la sentenza in questi giorni.

“Speriamo che il Tribunale di Monza faccia giustizia sulla vertenza di Gianetti ruote e dia il tempo necessario per trovare la migliore soluzione per i 152 lavoratori coinvolti – dicono dal sindacato Uilm – Ciò che sta accadendo in Gianetti è emblematico di quanto sta accadendo nel nostro Paese e in particolare nel settore auto. A differenza di altri Stati, dove molte potenze industriali stanno riportando nel territorio le produzioni prima delocalizzate, in Italia continuiamo a subire queste le delocalizzazioni, con gravi conseguenze occupazionali. L’Italia deve capire che l’industria è alla base del benessere nazionale e della sua sovranità. Questo è il momento di riportare in Europa e in Italia le produzioni fondamentali, a partire dall’automotive, primo settore industriale italiano”.

“È necessaria una legge contro le delocalizzazioni, che dia il tempo per trovare le soluzioni occupazionali alternative, che penalizzi duramente atteggiamenti predatori e socialmente irresponsabili, che cancelli il Jobs Act, non solo per quanto riguarda l’articolo 18 ma nella parte sugli ammortizzatori sociali. È fondamentale che il Governo italiano metta in atto una politica seria industriale del settore automotive, che abbia al centro la salvaguardia occupazionale e le produzioni nazionali, essenziali per vincere la sfida della transizione”: lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e responsabile settore automotive.

Fondata nel 1880 a Saronno la Gianetti ruote ha oggi sede in via Stabilimenti a Ceriano Laghetto dove conta 152 dipendenti. Attualmente produce ruote per camion e per le celebri motociclette della Harley Davidson. E’ di proprietà di un fondo investimenti tedesco, che controlla anche molte altre aziende in svariati settori compreso quello dei giocattoli e del modellismo. E’ ferma dal 3 luglio quando è stata inviata la mail che annunciava lo stop dell’attività nello stabilimento cerianese e l’intenzione di procedere con il licenziamento collettivo.

07102021

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