CESANO MADERNO – Fervono in piazza Arese i preparativi per la tradizionale Festa del Pasquè. È una celebrazione religiosa, ma anche un evento culturale e collettivo di condivisione di una tradizione comune, un appuntamento a cui i cesanesi sono particolarmente affezionati. Da giorni gli #AmicidelPasquè sono al lavoro per organizzare al meglio l’evento, patrocinato dal Comune: luminarie, sedute all’aperto per partecipare alle celebrazioni religiose, preparativi per accogliere i cesanesi con bevande fresche e ghiaccioli per i più piccoli. È tutto pronto, a partire dal bellissimo drappo rosso da ieri esposto a Palazzo Arese Hacini (foto). “Dopo la sofferta rinuncia durante il Covid, torniamo alle antiche e belle tradizioni cittadine!” dicono dal Comune.

Il programma

Triduo di preghiera venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 agosto con recita del rosario (alle 20.45).

Lunedì 15 agosto (ore 10): Messa solenne presieduta da Monsignor Agnesi, Vicario generale della Diocesi. In serata (ore 20.45), processione con la statua della Madonna.

Un po’ di storia

Nel cuore storico di Cesano, la “geseta dal Pasqué” è il fulcro dei festeggiamenti. Costruito a partire dal 1642, l’oratorio della Beata vergine del Transito fu progettato dal milanese Carlo Buzzi, uno dei protagonisti dell’architettura nel Seicento milanese. Il santuario ha una pianta a navata unica con un portico d’ingresso affiancato da un portale ad arco. Qui vi è il camminamento sopraelevato che i nobili percorrevano per raggiungere l’oratorio privato, assistendo dall’alto alle funzioni religiose, mentre i fedeli vi avevano libero accesso dalla piazza. La facciata principale è caratterizzata da un arco ribassato su due colonne doriche, sovrastate da una finestra rettangolare. All’interno si può ammirare la magnifica pala del Transito della Vergine, realizzata nel 1642 dal milanese Gerolamo Chignoli. Si affaccia, come Palazzo Arese Jacini, su piazza Arese, ombreggiata da due filari di tigli, teatro della festa di Ferragosto a cui partecipano per tradizione tantissimi cesanesi.

Sulla facciata del Palazzo è esposto come da tradizione il bel drappo rosso con lo stemma che rappresenta la fusione degli elementi araldici aresiani con quelli borromaici e identifica, in maniera religiosa e romantica, l’unione delle due famiglie avvenuta dopo la morte dell’unico erede maschio della famiglia Arese. Deceduto prematuramente Giulio II nel 1665, infatti, il compito di salvare le sorti dinastiche spettò alle sorelle Giulia e Margherita, che sposarono rispettivamente il conte Renato I Borromeo e il conte Fabio Visconti Borromeo.

Nella parte superiore del telero campeggiano i simboli più noti dello stemma borromaico, l’antica corona fiorata e dorata, e il motto Humylitas, che sottolineano la pietà e la religiosità della famiglia, divenuta fondamentale per l’affermazione della Riforma Cattolica grazie all’operato dei cardinali milanesi Carlo e Federico Borromeo. La scritta è in rigorosi caratteri gotici verticali e allude alla fedeltà a Dio e ai precetti cristiani.

Nella parte inferiore, i tre anelli interconnessi, sempre appartenenti alla cultura figurativa borromaica, rappresentano evidente allusione alla Trinità e alla salda unione della famiglia con i Visconti e gli Sforza. Spezzando uno dei tre anelli, uniti tra loro con la modalità definita nodo bruniano, anche gli altri due si separano. Il simbolo degli anelli diamantati qui si fonde con l’iconografia araldica propria della famiglia Arese, rappresentata dalle ali. Queste si definiscono elementi simbolici parlanti, poiché il lemma “ali” in dialetto milanese ali si pronuncia “ar”, con un’evidente assonanza fonica al nome proprio della casata. L’attuale tradizione di esporre il drappo ricamato in occasione di particolari feste religiose richiama antiche e ataviche usanze e costituisce un richiamo ai forti legami che un tempo univano gli aspetti più profondi e intimi della società cesanese con la famiglia Arese Borromeo.

14082022

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