BARLASSINA – Anche a Barlassina ieri mattina gli eventi per l’anniversario della Liberazione: si sono tenuti seguendo le norme anti-covid in vigore, con alcuni momenti simbolici e senza assembramenti.

Ecco il discorso del sindaco, Piermario Galli.

Cari barlassinesi,
anche in questo 2021, per il secondo anno consecutivo, non ci è possibile celebrare insieme il 25 aprile con la solennità che meriterebbe una ricorrenza così importante per la storia della nostra democrazia. Non abbiamo però voluto rinunciare innanzitutto a due segni importanti: la deposizione di due corone d’alloro al monumento ai Caduti e al cimitero e la celebrazione della santa messa in ricordo di tutti i caduti; accanto a questo abbiamo pensato di ricordare anche ciò che è stato il “nostro” 25 aprile. Cosa è successo a Barlassina in quel periodo? Come hanno vissuto i nostri nonni, i nostri genitori questo giorno e i mesi precedenti e successivi?
In un video che abbiamo montato ed è disponibile sul sito del Comune, che vi invito a guardare, sentirete alcune testimonianze, la lettura di un racconto fatto anni fa da Luigi Lanzani di quello che accadde nel nostro paese il 25 aprile e nei giorni immediatamente successivi, così come vedrete un bellissimo video realizzato dalla classe 3A della nostra scuola secondaria, in cui il messaggio del 25 aprile viene attualizzato e scorrere alcune vecchie foto, in cui qualcuno potrà riconoscere il volto di qualche persona conosciuta. È importante ricordare e trasmettere la memoria, anche quella locale, ai più giovani, ora più che mai visto che i testimoni diretti di quegli avvenimenti stanno via via scomparendo. E credo che questo ci aiuti anche a comprendere il significato del 25 aprile: il 25 aprile non è qualcosa di improvviso o di calato dall’alto; il 25 aprile ha il volto di tante persone, gente comune, di ogni estrazione, credo politico, religioso, grado di istruzione, accumunata da un grande desiderio di libertà dopo anni di dittatura e di guerra. Il 25 aprile, i segni, le manifestazioni culturali che ha generato e lo accompagnano da decenni non sono di qualcuno, ma di tutti e come ho già ricordato qualche anno fa, chi oggi ne ha paura, vorrebbe eliminarli o addirittura sopprimere questa ricorrenza, in realtà dovrebbe riflettere sul fatto che è proprio paradossalmente da quella libertà ritrovata scaturita dalla Resistenza che può permettersi di esprimere il suo dissenso. Diciamolo chiaramente: avesse vinto il potere nazifascista, io oggi non potrei essere qui a manifestare il mio pensiero; ha vinto la Resistenza e anche i detrattori del 25 aprile possono esprimere il loro.
La differenza è tutta qui, ma è una differenza sostanziale.
In questo anno di pandemia spesso la parola libertà è stata abusata. Le restrizioni ci avrebbero privato della libertà. A volte abbiamo sentito invocare la libertà di non indossare la mascherina, la libertà di muoversi senza limitazioni, la libertà di lavorare, la libertà di non vaccinarsi. Tutte cose importanti e per certi versi vere. Ma cos’è la libertà? E’ davvero abolire ogni limite? Significa davvero che ciascuno di noi può fare sempre tutto ciò che vuole? Il 25 aprile ci insegna, ed è un grande insegnamento per un oggi sempre più individualista, che la libertà ha a che fare con l’altro, che c’è un bene di tutti anteposto alle mie esigenze e alle mie voglie, che la libertà o è per tutti o non è. Chi ci ha riconquistato la libertà nel 1945, a prezzo di enormi sacrifici e talvolta della vita stessa, non aveva forse delle sacrosante ragioni per pensare solo a sé? Una vita davanti, una moglie o un marito, dei figli, un lavoro tranquillo… eppure ha anteposto alle sue ragioni, belle, vere, importanti, una ragione più grande. In questo tempo così complesso e difficile possa un po’ di quella forza che ha animato i protagonisti della Resistenza e del 25 aprile animare anche il nostro pensiero e il nostro agire.
W il 25 aprile! W l’Italia! W la libertà!

(foto: alcune immagini del 25 aprile di Barlassina)

26042021

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