LIMBIATE – Organizzata dalla professoressa Claudia Tomasi, lunedì 21 marzo si è svolta, in occasione della Giornata in ricordo delle vittime di mafia, una molto partecipata e intensa giornata di riflessione a cui hanno partecipato gli studenti dell’Itc “Elsa Morante” di Limbiate. Alle 9 in punto un centinaio di studenti si sono ritrovati nell’Aula magna. La maggior parte delle classi ha, invece, seguito la conferenza in collegamento dalle Lim nelle rispettive aule. Per parlare di mafie e delle sue vittime sono stati invitati Valerio D’Ippolito, Referente provinciale Monza Brianza di “Libera” e Rosario Traina, presidente dell’Anpi, l’Associazione partigiani di Limbiate.

La ala della conferenza era stata preparata, da studenti e insegnanti, tappezzandola con manifesti di citazioni delle personalità vittime di mafia. Ad introdurre e presentare gli ospiti è stato il preside, Antonio Sproviero che ha illustrato il significato di questa giornata e dell’importanza che rivestono simili iniziative nelle scuole nel segno dell’educazione alla legalità. Rosario Traina ha ricordato che, “in occasioni come questa, non può certo mancare un’associazione come l’Anpi che ha fatto della difesa e dell’attuazione della Costituzione la sua ragione fondante” ricordando che il senso di questa giornata è quello del ricordo delle vittime delle mafie e che “il dolore per quelle morti sarebbe insopportabile se ci dimenticassimo di loro e, quindi, bene ha fatto il Morante a raccogliere l’appello di Libera che ha voluto questa giornata in cui ritornano in vita quelle vittime innocenti attraverso la voce di chi pronuncia i loro nomi”. Traina ha, in conclusione, voluto ricordare i nomi delle vittime di mafia che ha avuto modo di incrociare a cominciare da Peppino Impastato, Mauro Rostagno e Pio La Torre.

Ha, infine, ricordato di quando, inviato come commissario per gli esami di maturità a Palermo nel 1992 fu assegnato ad un Istituto superiore ubicato proprio di fronte all’abitazione del Giudice Paolo Borsellino e, ogni mattina, lo vedova uscire di casa scortato e blindato perchè aveva posto la sua vita al servizio della giustizia. Valerio D’Ippolito, nel suo lungo e appassionato discorso, seguito con attenzione e commozione dagli studenti e dai docenti presenti, ha presentato l’impegno di Libera che “più che un’associazione è una rete di associazioni, circoli e realtà locali che perseguono finalità di Giustizia e democrazia”. Ha ricordato il grande contributo di Falcone e Borsellino nel far considerare la mafia non come una semplice organizzazione malavitosa, ma “un intreccio criminale fra affari, politica e controllo del territorio secondo l’iniziale intuizione di un altro magistrato finito anch’egli nel mirino di Cosa nostra e fatto saltare in aria assieme all’agente di scorta, il giudice Rocco Chinnici”. Il loro impegno continua adesso “nel lavoro rischioso e intransigente di decine di altri magistrati e di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera che ha fortemente voluto l’istituzione di questa giornata su impulso della madre di un agente della scorta di Giovanni Falcone che gli aveva espresso il suo rammarico per il fatto che quasi mai si ricordava il nome del figlio”. Ha concluso il suo intervento ricordando come “Libera fa antimafia, ma non ne parla soltanto, ma concretamente è impegnata sul fronte della restituzione alla collettività dei beni confiscati alle mafie” ricordandoi le case e i terreni confiscati anche in Brianza, a Desio e a Giussano.

(foto: alcuni momenti dell’iniziativa)

23032022

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