SARONNO – Ci sono anche i volontari dell’Associazione carabinieri di Saronno a prestare servizio alla sala operazione regionale contro il Coronavirus. Giovanni Salafia, uno di loro, racconta la propria esperienza.

Prima esperienza, ieri, alla sala operativa regionale Coronavirus, a Milano. Tanti volontari di protezione civile, tante divise diverse nella foggia e nei colori, ma simbolo di un impegno che ci accomuna: renderci utili, con un servizio garantito ventiquattro ore, per fornire informazioni, ascoltare le tante voci, le tante preoccupazioni di una moltitudine di persone, che chiamano da ogni parte della Regione e, in alcuni casi, anche da fuori del territorio lombardo.

Oltre dodici ore di turno (dalle 8 alle 20.30), con pochissime pause, con un telefono che lampeggia in continuazione e sembra richiamarti se tardi qualche secondo a sollevare la cornetta: qualcuno, dall’altra parte del filo, attende, spesso con ansia, di sentirsi dire “Come posso esserle utile?”; qualcuno che è preoccupato per suo figlio, per un familiare, per tutte le voci che si susseguono e, spesso, allarmano, confondono, disorientano… Mi sono reso conto che, per loro, sentire qualcuno in grado di dare delle risposte e delle indicazioni, ma, soprattutto, capace di ascoltarli, rappresenti spesso un grande sollievo.

Una delle frasi più belle che, tra le decine di telefonate, mi sono sentito dire, è stata:”Grazie, lei è stato molto gentile e mi ha rassicurata”. L’apprezzamento per ciò che, spontaneamente e senza alcun ritorno, si fa, è la miglior ricompensa per noi volontari. Oggi ho fatto altro, ma domani si replica: di nuovo il turno 8-20 con un altro collega del 132′ Nucleo di protezione civile Anc di Saronno e con tanti altri colleghi, Anc e non. Carabinieri tra la gente, per la gente, anche al telefono.

29022020

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