RESCALDINA – Con Tiktok ed altri social network sfidava le forze dell’ordine a trovarlo: Mirko Rosa, detto “Mirko Oro”, famoso per i suoi negozi di compravendita di oro e ricercato in Italia perchè deve scontare oltre 6 anni di reclusione, era da qualche tempo irreperibile: dai social assicurava che non l’avrebbero preso ed anzi cercava di “sviare” le ricerche, tentato di fare credere che fosse altrove. Oggi è stato arrestato a pochi chilometri dal confine, preso dalla polizia cantonale del Canton Ticino su input dei carabinieri del comando di Varese, che lo stavano cercando.

A carico del 46enne Mirko Oro un cumulo di pene, per processi vari, e reati che vanno dalla truffa, ai maltrattamenti in famiglia, dalle lesioni personali alla “uccisione di animali“, dal riciclaggio alla pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, dalla simulazione di reato alla resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Nel 2019 a Rescaldina dove abitava era stato protagonista di un ben movimentato sfratto.

Ma torniamo al presente: i militari dell’Arma, accertata la sua irreperibilità sul territorio nazionale, nei giorni scorsi si sono subito messi sulle sue tracce e ne hanno monitorato i movimenti, che lo hanno visto spostarsi in diversi Paesi dell’Unione europea, prima di trovare rifugio in territorio elvetico. Nonostante egli stesse usando un suo profilo “social” per tentare di far credere di trovarsi altrove e per pubblicare numerosi video nei quali oltraggiava le forze di polizia impegnate nelle sue ricerche e le “sfidava” a trovarlo, ai carabinieri del Reparto operativo di Varese è bastato attendere che il provvedimento di cattura venisse internazionalizzato dall’autorità giudiziaria e, non appena ottenuto un Mandato d’arresto europeo, grazie anche alla determinante collaborazione della Divisione “Sirene” del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) che ha attivato le autorità svizzere, a far sì che venisse rintracciato ed arrestato dalla polizia cantonale di Mendrisio.

Nei suoi video social, l’uomo, inneggiava anche all’albanese ed il “Kanun”, codice orale di diritto consuetudinario albanese che disciplina tra i vari aspetti anche l’onore, il giuramento e la vendetta. Dopo essere stato condotto negli uffici della caserma della polizia cantonale svizzera, sarà trasferito nel carcere “La Farera” di Lugano, in attesa delle procedure per l’estradizione. Sono tuttora in corso le attività d’indagine dei carabinieri, tese a ricostruire il circuito relazionale dell’arrestato ed a valutare eventuali responsabilità e coinvolgimenti di altre persone che possano averne favorito l’allontanamento e la breve latitanza, in questi pochi giorni.

08022021

 

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