RESCALDINA – Via agli incontri, ieri, sul futuro della Emerson di Rescaldina, dove rischiano il posto 140 dipendenti. “Per ribadire che la Emerson non deve chiudere, chiediamo con urgenza un piano di reindustrializzazione che deve vedere l’attuale proprietà impegnata a garantire l’occupazione del sito produttivo – la posizione del sindacato Cgil Ticino Olona – É inaccettabile la delocalizzazione delle produzioni verso paesi esteri a fronte di uno stabilimento moderno, con un mercato di riferimento ancora molto attrattivo. La chiusura dello stabilimento rappresenterebbe un grave impoverimento del territorio, la dirigenza Italiana di Emerson deve sentire la responsabilitá sociale di non buttare in mezzo alla strada 140 famiglie compresi i lavoratori dei servizi”.

A metà marzo si è tenuta l’assemblea generale dei lavoratori Emerson, alla quale hanno preso parte oltre ai sindacalisti anche monsignor Luca Bressan, vicario episcopale della città di Milano.

Per cercare un accordo condiviso con la proprietà, americana, dello stabilimento è iniziato ieri un ciclo di tre incontri, i prossimi saranno il 14 e 22 aprile. A fine febbraio l’azienda aveva annunciato di voler trasferire la produzione in Germania e Indonesia. La proprietà aveva imputato tali scelte al costo della manodopera in Italia, al costo dell’energia e ad una logistica poco competitiva. La Emerson, in zona nota col “vecchio” nome di Industrie Carlo Raimondi, è attiva nel settore metalmeccanico.

05042022

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome