SARONNO – “Nonostante le disposizioni del Ministro dell’Interno Lamorgese vietino di manifestare nei centri città, sabato 13 novembre Saronno ha visto un presidio in piazza Libertà. L’iniziativa, come espresso sia nei volantini che dallo striscione, era contro green pass, carovita, repressione e sfruttamento del lavoro. Crediamo che gli argomenti citati non siano rimandabili in quanto con preoccupazione li vediamo legati l’uno all’altro”.

Inizia così la nota degli anarchici del Collettivo Adespota che ieri prima dell’assemblea in programma in città hanno fatto il punto della manifestazione di sabato scorso.

“Negli scorsi anni siamo scesi in strada contro il decreto sicurezza, le cui conseguenze ad oggi sono più che palesi: i daspo urbani, sperimentati prima su chi “metteva a rischio il decoro delle città”, oggi vengono utilizzati su chi manifesta; chi picchetta un’azienda o blocca una strada rischia pene altissime. Chi pubblica un post “di troppo” sui social viene sottoposto a interrogatorio; chi partecipa a un corteo viene indagato per “istigazione a disobbedire alle leggi”; sui gruppi Telegram che si sono formati negli ultimi mesi in seno alle piazze No Green Pass i messaggi più espliciti hanno dato il la a diverse misure e perquisizioni. Ma non solo. Negli ultimi mesi sono state le pubblicazioni ad essere colpite con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo: ad essere perseguitate la redazione di un periodico anarchico (Vetriolo) e un archivio storico sull’ esperienza delle Brigate Rosse. Insomma, di fronte all’aggravarsi delle condizioni di vita lo Stato manda un messaggio forte e chiaro: non sarà accettato nessun disallineamento, neppure teorico.

Questo sabato in particolare la Digos ha dapprima citofonato a casa di alcuni compagni nelle ore a ridosso dell’iniziativa, non ricevendo risposta, e in seguito hanno provato a fermarci mentre ci avvicinavamo alla piazza per infine fermare sei di noi notificandoci una inedita prescrizione in cui le sei persone venivano identificate come organizzatrici e promotrici dell’iniziativa e con cui ci intimavano che se ci fosse stato un corteo sarebbero state individuate come responsabili e quindi denunciati per 18 TULPS. L’ennesimo strumento di deterrenza che si somma agli altri.Dopo diversi minuti tra notifiche e identificazioni finalmente la manifestazione inizia. Sin da subito vengono aperti degli striscioni come “voi stato d’emergenza, noi stato d’agitazione permanente/contro green pass, carovita, repressione e sfruttamento del lavoro” o come lo striscione dell’assemblea popolare di Busto Arsizio che per quel giorno ha deciso di spostarsi per supportare l’iniziativa di Saronno. Malgrado il folto dispiegamento di Polizia con il passare delle ore si è formato un cerchio di un centinaio di persone all’interno del quale si son susseguiti degli interventi a microfono aperto che variavano dalla lettura di testi a riflessioni sulla situazione che stiamo vivendo.

La giornata si conclude con la soddisfazione di aver visto a Saronno uno scambio fruttuoso e arricchente che speriamo non si concluda con la giornata di sabato.

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