SARONNO – Cinquanta euro erano la tariffa standard per i “favori” che, secondo quanto emerso nell’indagine dei carabinieri, i dipendenti dell’obitorio di Saronno avrebbero percepito dalle pompe funebri coinvolte. E’ uno degli aspetti più sconcertanti emersi dall’indagine della compagnia cittadina che ha portato ieri ad eseguire 10 misure cautelari fermo restando la presunzione d’innocenza degli indagati. Le persone coinvolte nell’indagine sono poco meno di una ventina e del resto, dal novembre 2022, quando è arrivata la segnalazione della direzione sanitaria di alcuni passaggi di denaro poco chiari tra il personale dell’obitorio e le imprese di pompe funebri, i militari hanno realizzato una dettagliata indagine con intercettazioni telefoniche e video per documentare cosa accadeva all’obitorio saronnese reparto che si trova nel piano seminterrato del padiglione più vicino all’uscita secondaria dell’ospedale che si affaccia su via Colombo.

La “tariffa” standard, riporta l’Ansa, era di cinquanta euro che potevano servivere ad esempio “per radere la barba a una salma”. Sempre 50 euro li avrebbe incassati da un impresario uno dei dipendenti coivolti “per avere vestito la salma di una donna”. E ancora si parla della stessa cifra per un dipendente come riconoscimento per “essersi attivato per conoscere l’esito del tampone” sulla salma di un uomo, così “da accelerare le procedure di ritiro e trasporto a cassa aperta”. Stessa somma da un altro impresario “per avere mostrato” alla figlia il corpo del padre “prima di chiudere la bara”. E poi c’erano le segnalazioni e tutte le volte in cui si “indirizzavano” le famiglie a scegliere un’impresa piuttosto che un’altra.

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