SARONNO – E’ approdata al tribunale di Busto Arsizio la vicenda della corruzione all’ospedale di Saronno venuta alla luce nel dicembre scorso con le indagini dei carabinieri della compagnia di Saronno.

Tra i 18 imputati 2 medici hanno patteggiato, 5 dipendenti delle pompe funebri hanno scelto il rito abbreviato mentre per i dipendenti dell’ospedale cittadino si va verso il dibattimento. A riportare l’esito dell’udienza preliminare Malpensa24. La decisione sui riti alternativi e sul rinvio a giudizio infine è stata rimandata all’udienza preliminare del 5 luglio.

Corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa e falsità ideologica sono i reati contestati. Le indagini erano state avviate dal Nucleo Operativo della Compagnia di Saronno a seguito di alcune segnalazioni giunte dalla direzione sanitaria dell’ospedale di Saronno nel novembre 2020 per a una somma di denaro ricevuta a titolo non meglio precisato da un addetto all’obitorio da parte di un impresario funebre.

Gli accertamenti dei carabinieri, realizzati con intercettazioni telefoniche e video, avevano permesso di ricostruire come quattro titolari di onoranze funebri, disgiuntamente tra loro, versassero somme di denaro in favore di alcuni dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno per orientare i parenti dei defunti alla scelta dell’impresa cui affidare il servizio funebre, ottenere informazione e effettuare trattamenti di vestizione e tanatocosmesi sulle salme quando non previsto. Non solo ci sarebbero stati casi in cui sono state mostrate le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19, in violazione delle norme anti-contagio.

Diverso il caso dei due medici di base coinvolti. Operanti all’interno dello stesso ambulatorio accreditato Asst rilasciavano false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati che ottenevano così indebite percezioni per assenza dal lavoro. Tra gli altri il caso proprio di un’addetta all’obitorio dell’ospedale di Saronno che durante i periodi di assenza dal lavoro per malattia – falsamente attestata dai due medici – prestava la propria opera lavorativa come impiegata nel loro ambulatorio medico. I carabinieri hanno ricostruito anche la vicenda di due soggetti entrambi dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno che si sarebbero impossessati di materiale sanitario e di pulizia di proprietà dell’ospedale di Saronno per poi cederli a terzi.


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