SARONNO – Udienza, a Busto Arsizio, del processo nei confronti di alcuni degli imputati della vicenda di mazzette e furti all’obitorio dell’ospedale di Saronno. Per un nordafricano che lavorava nel settore delle pulizie ospedaliere la pubblica accusa ha chiesto la condanna perchè si era fatto dare da un addetto dell’obitorio della bambagia, che doveva utilizzare nella “preparazione” di una salma. Un altro imputato si sarebbe fatto dare invece dalla carta assorbente, Si andrà avanti con una nuova udienza a settembre quando saranno ascoltati i responsabili delle società di onoranze funebri (di fuori Saronno) accusati di avere dato soldi all’addetto dell’obitorio per avere “raccomandazioni” nei confronti di famigliari di defunti, in modo da indirizzarli a commissionare a loro i funerali del proprio caro.

Nell’ambito delle indagini avviate a suo tempo dai carabinieri erano finiti nei guai anche due medici di famiglia (per vicende non direttamente legate all’obitorio) ed entrambi hanno patteggiato. Tra i 18 imputati, i 2 medici hanno infatti patteggiato; 5 dipendenti delle pompe funebri hanno scelto il rito abbreviato mentre per i dipendenti dell’ospedale cittadino si va verso il dibattimento.

Il riepilogo della vicenda

Corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa e falsità ideologica sono i reati a vario titolo contestati. Le indagini erano state avviate dal Nucleo Operativo della Compagnia di Saronno a seguito di alcune segnalazioni giunte dalla direzione sanitaria dell’ospedale di Saronno nel novembre 2020 per a una somma di denaro ricevuta a titolo non meglio precisato da un addetto all’obitorio da parte di un impresario funebre.

Gli accertamenti dei carabinieri, realizzati con intercettazioni telefoniche e video, avevano permesso di ricostruire come quattro titolari di onoranze funebri, disgiuntamente tra loro, versassero somme di denaro in favore di alcuni dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno per orientare i parenti dei defunti alla scelta dell’impresa cui affidare il servizio funebre, ottenere informazione e effettuare trattamenti di vestizione e tanatocosmesi sulle salme quando non previsto. Non solo, ci sarebbero stati casi in cui sono state mostrate le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19, in violazione delle norme anti-contagio.

Diverso il caso dei due medici di base coinvolti. Operanti all’interno dello stesso ambulatorio accreditato Asst rilasciavano false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati che ottenevano così indebite percezioni per assenza dal lavoro.

07072023

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