SARONNO – E’ durato tre giorni l’occupazione del collettivo Adespota al quartiere Prealpi. Ecco un sunto della vicenda. A partire dal commento del sindaco Augusto Airoldi

“Sono contento dello sgombero rapido – ha dichiarato il primo cittadino – realizzato dalle forze dell’ordine. Un’operazione che è stata più semplice del previsto e senza tensione. Sono contento che la proprietà sia tornata in possesso dello stabile”. C’è una possibilità di dialogo con gli anarchici? “Il sindaco è pronto ad ascoltare tutti i cittadini ma ci sono dei requisiti quelli del rispetto e della legalità. Con questi presupposti sono disponibile a tutti i dialoghi”

LO SGOMBERO
I blindati hanno chiuso un tratto di via San Francesco alle 7,30 e le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella palazzina occupata. Così ieri mattina al civico 11 è inizio lo sgombero di Ca’ Libertaria, spazio comune di solidarietà “liberato” sabato mattina dagli anarchici del collettivo saronnese Adespota. In realtà però da sgomberare non c’era molto. All’interno dello stabile non c’era nessuno “anche perchè – come hanno spiegato in una nota gli stessi occupanti – dall’ultimo sgombero lo stabile il tetto era rotto in più punti e pioveva letteralmente dentro”. Gli uomini della polizia di stato accertato che l’edificio fosse vuoto hanno lasciato posto agli tecnici della società elettrica che hanno tolto, con una piattaforma aerea, il collegamento alla rete cittadina e quindi una squadra di operai ha nuovamente murato la porta. Alle 11 la strada è stata riaperta e tutto è tornato alla normalità.

IL PRESIDIO
Malgrado lo sgombero i ragazzi non sono intenzionati a demordere: “Il bisogno di spazi rimane insopprimibile, ancor di più alle porte del primo paventato coprifuoco dal dopoguerra a oggi”. Proprio per protestare contro lo sgombero è stato organizzato in serata un presidio alle 18 in piazza Cadorna davanti alla stazione. Una trentina di ragazzi si sono radunati dietro lo striscione. Hanno letto un comunicato che hanno distribuito ai passanti. Intorno alle 1845 hanno cercato di partire in corteo ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine presenti in forze con blindati di carabinieri e polizia di stato. Un cordone che caschi e scudi lo ha fermati prima in via Diaz e poi in piazza Cadorna. Sono rimasti sul posto leggendo il proprio comunicato e si sono allontanati alla spicciolata intorno alle 19,30.

L’OCCUPAZIONE
Tutto era iniziato sabato mattina quando i giovani arrivati in forze nel cuore del quartiere Prealpi si sono messi all’opera per entrare in casa. Incuranti di residenti, passanti ed auto nel giro di un’ora, solo rallentati da porte e finestre murate, gli anarchici del Collettivo Adespota hanno esposto i propri striscioni annunciando l’apertura di “Ca’ Libertaria, spazio comune di solidarietà”.Nella palazzina nuovamente occupata si è tenuta la festa d’autunno con musica, polenta e vin brulè che era in programma nel parcheggio di via Cesati davanti al Municipio. Non solo festeggiamenti, gli anarchici hanno distribuito anche dei volantini in cui spiegano le motivazioni dell’occupazione. “Viviamo in uno dei territori più cannibalizzati dalle industrie e dall’urbanizzazione, cosa propongono gli aspiranti ideologi di destra e di sinistra? Nuovi supermercati i primi, un polo universitario in odor di gentrificazione dell’intero quartiere Matteotti i secondi. Noi non ci stiamo. Crediamo però che ci sia qualcosa di insopprimibile, che ha bisogno di riconoscersi per potersi manifestare: la libertà e la comunità umana sono le nostre scommesse. Ricominciamo da qui, da uno spazio liberato e un mondo che ci opprime da combattere”. Volantini distribuiti anche domenica quando hanno realizzato il maxi graffito bianco e rosso che riporta il nome “Ca Libertaria” sulla facciata principale.

IL PRECEDENTE
Nel maggio 2018, infatti, la villetta in via San Francesco era stata occupata dai giovani anarchici del collettivo Telos. Gli occupanti avevano iniziato a pulire l’edificio, fortificando gli accessi per prevenire azioni di sgombero e avevano colorato i muri con diversi graffiti. Dopo poco meno di una settimana era arrivato lo sgombero. Alle prime luci del mattino le forze dell’ordine avevano fatto irruzione ed alcuni giovani erano scappati sul tetto dove sono rimasti diverse ore prima di essere convinti a scendere. In serata c’era stato un animato corteo con lanci di gavettoni di vernice e persino qualche tafferuglio tanto che si erano conclusi con alcuni fermi.






















LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome