SARONNO – Assoluzione con formula piena: è stata chiesta dalla difesa dell’europarlamentare saronnese di Forza Italia, Lara Comi, al processo per l’inchiesta “Mensa dei poveri”. Per i suoi legali, come sottolineato al dibattimento in corso a Milano, non vi sarebbe alcuna “traccia di accordo corruttivo”. Nei riguardi di Comi la procura aveva chiesto una pena di 5 anni e mezzo di reclusione.

Ora dunque l’arringa difensiva, secondo i legali di Comi la loro assistita va assolta “perchè il fatto non sussiste”. Nel 2019 Lara Comi era stata posta ai domicilairi nell’ambito di una vasta inchiesta che aveva interessato molti politici in Lombardia, le era stata contestata l’accusa di corruzione, false fatture e truffa all’Unione europea per circa mezzo milione di euro. Comi ha sempre respinto ogni accusa.

Il processo si sta tenendo a Milano con sessanta imputati ed epilogo all’inchiesta della “Mensa dei poveri” riguardante presunte mazzette, nomine pilotate e finanziamenti illeciti nel mondo politico della Lombardia e che aveva portato all’arresto anche di Nino Caianiello, a quei tempi riferimento per Forza Italia nel Varesotto e che ha patteggiato. Fra le richieste formulate ieri al processo milanese da parte dei pubblici ministeri Silvia Bonardi e Stefano Civardi anche una pena di 7 anni per l’ex vicecoordinatore forzista in Lombardia, Pietro Tatarella; tre anni e tre mesi per l’ex consigiere regionale Fabio Altitonante e due anni per l’ex deputato Diego Sozzani di Forza Italia.

31052023

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