SARONNO – Annunciato a fine giugno con diversi striscioni in giro per la città e appuntamenti sui social oggi si terrà il corteo contro la sorveglianza speciale organizzato dai gruppi anarchici cittadini. L’appuntamento è alle 17 in piazza Caduti saronnesi. Il percorso annunciato prevede che i manifestanti percorrano via Monti, via San Giuseppe, piazza San Francesco, piazza Cadorna, via Cantore, via Caduti della Liberazione, via Marconi, via Roma per finire in piazza Libertà.

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Ecco come gli attivisti hanno spiegato le motivazioni del corteo: “I carabinieri di Busto Arsizio hanno fatto partire la richiesta di sorveglianza speciale per un nostro compagno per la durata di 3 anni. Chi è sorvegliato deve rispettare una condotta decisamente rigida e invadente in ogni ambito della quotidianità. Sono precluse alcune frequentazioni, partecipazione a manifestazioni e assemblee, può essere previsto il rientro notturno o l’obbligo di dimora in un comune, ogni spostamento deve essere comunicato e segnato sul documento del sorvegliato speciale che rimpiazza la carta d’identità. Soprattutto la sorveglianza speciale potenzialmente può essere reiterata all’infinito. Tutto ciò senza l’imputazione di reati specifici ma solo sulla base di una generica condotta, sulla presunta pericolosità sociale provata in questo caso dalla storia del nostro compagno che da anni si spende attivamente all’interno di percorsi di lotta nel territorio. Arresti, perquisizioni, denunce, operazioni in ambito penale sono sempre più spesso giustificate dall’esigenza di distruggere legami di solidarietà e complicità e di prevenire un intensificarsi dei conflitti; le misure di prevenzione, tra cui la sorveglianza speciale, basano la loro applicabilità sul concetto di pericolosità sociale, che oggi può essere estesa a ogni comportamento, o addirittura idea, che non si conformi totalmente alla passività imposta dal governo. Non si può non pensare che se esiste una sorveglianza speciale, significa che siamo tutti sorvegliati normali e cioè tutti potenzialmente pericolosi. L’esigenza di indicare qualcuno che più degli altri costituisce un pericolo e va pertanto ristretto, controllato e isolato ci dice che ciò che inquirenti, media, polizia, governo devono in ogni modo negare è che a volersi incontrare nelle piazze, a voler bloccare le strade e il flusso di una vita che corre verso la rovina, a non abbassare la testa, a dire no, a dire basta, a lottare, sono veramente in tante e tanti, che agiscano individualmente o che abbiamo incontrato qualcuno con cui farlo. La formulazione sempre più frequente di imputazioni penali per istigazione a delinquere non fa che confermarlo: bisogna sempre postulare l’esistenza di qualcuno che istiga, capeggia o decide perché arduo sarebbe ammettere che in questo mondo altro non resta a chi vuole lottare che incontrarsi e organizzarsi“.


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