SARONNO – Si faceva portare il materiale sanitario, lame per laringoscopio soprattutto, nel proprio ufficio appena venivano consegnato all’ospedale. Lo spostava in scatoloni anonimi e poi a fine giornata lo portava via caricandolo in auto. Lo consegnava al fornitore che a sua volta lo portava a strutture ospedaliere milanesi del tutto ignare della provenienza degli strumenti. E’ la dinamica ricostruita nei dettagli dai carabinieri e dalla guardia di finanza che oggi, su ordinanza del gip di Busto, hanno arrestato la farmacista dell’ospedale di piazzale Borella e un imprenditore di Barlassina.

Emergono nuovi particolari sull’arresto della 59enne saronnese finita in manette con l’accusa di peculato in concorso e del 49enne di Barlassina.

INDAGINI
Le indagini sono partite a novembre dalla segnalazione dei responsabili delle farmacie dell’Asst Valle Olona e di Saronno che avevano notato degli ordini insoliti e un passaggio di scatoloni negli uffici. Una circostanza che si era riproposta anche a dicembre. Sono iniziate le intercettazioni telefoniche, il recupero di immagini della videosorveglianza e l’analisi del rapporto con l’azienda che riforniva l’ospedale di Saronno e anche accertamenti contabili nelle due attività. A colpire gli inquirenti è la spregiudicatezza dei due complici: dall’insistenza dell’imprenditore nel chiedere continuamente nuovi materiali alla disinvoltura con cui la saronnese faceva nuovi ordini calibrati sulle esigenze del complice invece che su quelle dell’ospedale.

NESSUNO STOP DURANTE L’EMERGENZA COVID
L’emergenza covid non rallenta gli illeciti anzi in alcune circostanze la donna fa leva proprio sulle necessità dei reparti dedicati alla cura dei pazienti colpiti dal coronavirus per fare pressioni ed avere prima il materiale. Le lame e le batterie per i laringoscopi però non vanno ai reparti se li fa portare nel suo ufficio. Dopo aver controllato la merce cambia lo scatolone e lo porta fuori dall’ospedale caricandolo in auto o con ritiri realizzati dall’imprenditore. Poche ore dopo la merce viene consegnata a due realtà sanitarie milanesi.

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