“Voglio raccontare quello che è successo a mia figlia perchè spero che sentendo quello che sta patendo ci sia un po’ di vicinanza e di attenzione dalla società e dall’istituzione scolastica che spesso finisce per far sentire sotto accusa la vittima piuttosto che aiutarla a ritrovare una serenità schiacciata dalla paura della violenza del prossimo”.

Sono le parole della mamma di una tredicenne vittima di bullismo che ha deciso di raccontare, senza elementi che possano permettere di identificare la ragazzina, la sua difficile vita scolastica in uno degli istituti scolastici del Basso Varesotto.

Tutto inizia l’anno scorso in seconda media quando la 13enne, cambia scuola e viene sistematicamente presa di mira dai compagni del nuovo istituto. I ragazzi usano pesanti soprannomi offensivi e la emarginano. La mamma parla con docenti e preside ma presto arrivano le vacanza e la speranza che col nuovo anno scolastico la situazione migliori. Con il nuovo anno scolastico la situazione in realtà degenera al punto che la ragazzina viene minaccia e circondata dai compagni fuori da scuola in un agguato dove volano spintoni, insulti, minaccie e anche schiaffi. Fortunatamente la 13enne, in una circostanza grazie al fatto di essere al telefono coi genitori e in un’altra facendoli accorrere, riesce ad allontanarsi e a tornare a casa. La situazione è però così critica che i genitori dopo incontri con la scuola e persino con la famiglia del bullo che l’ha presa di mira decidono di sporgere denuncia.

Ora dell’episodio si stanno occupando i carabinieri della compagnia di Saronno a seguito della denuncia sporta dalla mamma della 13enne lo scorso 16 settembre.

“Mia figlia – spiega la donna – è letteralmente terrorizzata. Non riesce più ad andare a scuola serenamente ha paura di essere aggredita ma soprattutto si sente costantemente presa di mira ed emarginata. Dopo l’aggressione è rimasta a casa ma non ha sentito l’attenzione e la vicinanza dei docenti e compagni ma anzi il loro distacco, soprattutto l’apparato scolastico, per aver denunciato l’accaduto e aver chiesto provvedimenti. Del resto sono mesi che facciamo presente la situazione e l’aggressione è arrivata dopo una continua escalation di problemi sottovalutati o archiviati come bravate. come può andare a scuola se non si sente nemmeno sicura della propria incolumità”.

La famiglia ha deciso di rendere noto l’accaduto perchè “ne la 13enne ne altri ragazzini debbano essere vittime di bullismo ma soprattutto abbiano diffuicoltà ad essere creduti ed aiutati nel momento in cui chiedono aiuto”: “Alla difficile momento dell’aggressione e della gestione di una figlia che si sente presa di mira – rimarca la donna – si aggiunge quella di affrontare le istituzioni scolastiche e la diffidenza di chi dovrebbe essere sensibile e proporre provvedimenti e soluzioni che riportino la serenità e non che creino nuova tensione. Ho apprezzato invece la delicatezza e l’attenzione dimostrata dai carabinieri che hanno raccolto la mia denuncia e che sono stati disponibili anche nei giorni successivi a fornirci un aiuto per affrontare questo difficile momento”.


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