SOLARO – Anche le farmacie comunali di Solaro aderiscono all’iniziativa proposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri dipartimento delle Pari Opportunità, Federazioni ordini farmacisti italiani, Federfarma e Assofarm in difesa delle donne vittime di violenza. “Voglio una mascherina 1522”.
Basterà pronunciare questa frase al farmacista, per denunciare una violenza domestica.
L’iniziativa nasce da un accordo tra i centri antiviolenza e la Federazione farmacisti. Dopo aver pronunciato la frase in codice, il farmacista fornirà alla donna informazioni utili e si attiverà per fornirle aiuto.

Eva Diagne, consigliere con delega alle Pari Opportunità: “Ben venga ogni iniziativa o strumento che possa aiutare le donne in difficoltà. Il “codice segreto” offre alle donne maltrattate la possibilità di denunciare i propri aguzzini in modo sicuro ed anonimo. Oggi tutti noi siamo concentrati sul Covid, è importante però non perdere di vista le altre situazioni problematiche. L’iniziativa “Voglio una mascherina 1522” permette di non dimenticare le difficoltà che alcune donne devono affrontare quotidianamente come la violenza domestica che mette a rischio le donne più vulnerabili, soprattutto in questo periodo di forzata quarantena. Voglio ricordare ad ogni donna vittima di violenza domestica che “Non sei sola”. Voglio inoltre ringraziare, sinceramente, tutte le farmacie che hanno aderito all’iniziativa, in particolare le farmacie comunali di Solaro”.

“Per quest’iniziativa – commenta il sindaco Nilde Moretti – voglio ringraziare per la disponibilità le nostre farmacie, ma anche la consigliera Annalisa Alberti della lista Unione di Centrodestra per l’attenzione che dimostra per queste tematiche e la partecipazione sempre convinta alle iniziative, sponsorizzandole e sostenendole. Questa amministrazione è attenta al tema e non voglio perdere occasione per dimostrare di essere vicini e a disposizione di vittime e potenziali vittime. Credo che la frase della nostra consigliera Eva Diagne “Non sei sola” sia esattamente il messaggio che vogliamo trasmettere».

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