SARONNO – La Robur Basket ha ceduto il titolo di Serie B a Legnano e resterà in Serie C Gold. Insomma E’ successo di nuovo. Saronno ha rinunciato a fare un passo avanti. A crescere in ambito sportivo. A uscire da quella dinamica provinciale in cui è sì reginetta ma che, per una città che sogna in grande, dovrebbe andarle un po’ stretta.

Si dirà che sono anni difficili, il covid, gli sponsor che scarseggiano e faticano. E’ vero ma se si rinuncia ad un sogno inseguito per anni il rischio è il disincanto. Soprattutto dei tifosi di quelli che, rispettando le norme anticovid, nelle ultime settimane hanno sostenuto la Robur Basket. Appassionati che si ritrovano a dover vedere il medesimo campionato. Di nuovo.

E la beffa è che l’occasione è stata colta da quella Legnano, eterno termine di paragone. Come meta più appetibile per le uscite dei giovani, come realtà più viva. Come una sorella che, almeno sulla carta e almeno dei paragoni, risulta sempre un po’ meglio di te. E che questa volta ha proprio staccato Saronno (le ha bagnato il naso come direbbero i piemontesi) cogliendo quell’occasione conquistata con grande merito, orgoglio ed emozione dagli amaretti.

E’ un déjà-vu. Lo sport saronnese è pieno di eccellenze ma anche di criticità. Ci sono strutture da sistemare ma soprattutto società da sostenere. Economicamente certo ma anche moralmente. Società a cui far sentire che la città e l’Amministrazione sono presenti, che in piazza Repubblica c’è qualcuno pronto a dedicare attenzioni, a dare visibilità ma soprattutto a risolvere i problemi (e non a crearli).

Perchè se il presente è l’hub vaccinale riferimento del comprensorio e il futuro gli studenti e le mostre dell’Accademia di Brera che arrivano all’ex Isotta nel breve termine sarebbe brutto vedere i tifosi del basket andare a Legnano, gli atleti del volley trovare gli spazi di cui han bisogno nel comasco e i baby calciatori contenti di allenarsi negli impianti di Cesate perchè qualitativamente migliori di quelli cittadini.

15072021

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