SARONNO – Riceviamoe pubblichiamo la lettera scritta da Fabio Ginelli, papà di un ragazzino saronnese appassionato di sport, per chiedere riprendere subito il calcio e tutti gli sport giovanili anche quale implicita misura di contenimento della pandemia

Gentile Presidente,
stiamo tutti ragionando sugli impatti del nuovo DPCM e delle correlate misure di contenimento della pandemia che sta riproponendo numeri preoccupanti in relazione ai nuovi contagiati, all’aumento dei ricoverati, all’incremento dei malati in terapia intensiva e, purtroppo, al numero dei decessi giornalieri.

Comprendiamo quanto non sia semplice prendere decisioni impopolari e come, in scenari come questo, le scelte corrette debbano essere figlie di una sensibilità maturata grazie a esperienze sul campo, di una adeguata selettività verso i provvedimenti da adottare e di una sostanziale equità nei confronti dei molteplici soggetti poi chiamati a sopportarne le dirette conseguenze.
In questo contesto, pur consapevoli che ci sono attualmente molte questioni altrettanto urgenti da affrontare, ci permettiamo di fare presente che per noi genitori sarebbe motivo di grande serenità la possibilità per i nostri ragazzi di riprendere l’attività sportiva nelle squadre di calcio e di altri sport giovanili che hanno applicato rigorosamente i protocolli anti-covid dopo aver creduto nella ripresa della normalità, profuso grandi energie e investito rilevanti risorse finanziarie.

Ci riferiamo a quell’universo di società sportive peraltro da sempre non disposte a riservare ai nostri ragazzi quell’atteggiamento reverenziale talora ravvisabile nei confronti della clientela nell’esercizio di una qualsiasi attività commerciale; se rapportati a tali situazioni i nostri ragazzi sono infatti solo gli appassionati utenti di un servizio offerto da realtà sportive attente alle disposizioni di legge che poi si declina in termini formativi, per quanto attiene allo sport praticato, ed educativi in relazione ai valori sociali, etici e morali da trasmettere a ciascun atleta in coerenza con le regole e le dinamiche di un Gruppo.
In quest’ottica le società sportive a livello giovanile potrebbero essere considerate quasi come modelli e naturali alleati delle istituzioni nel non facile compito di coltivare il senso di responsabilità delle prossime generazioni all’insegna del rispetto delle regole anche perché, in caso di inosservanza, il giovane tesserato che trasgredisce viene prontamente “ripreso”, sospeso o allontanato con l’obiettivo di dare un chiaro “segnale” al Gruppo o alla squadra.

D’altro canto se i nostri ragazzi non fossero impegnati nelle rispettive attività sportive pomeridiane il loro spontaneo bisogno di socialità rischierebbe infatti di andare ad appagarsi in contesti e situazioni deregolamentate come i raduni improvvisati presso bar, parchi e piazze che per loro natura sono fra i principali presupposti di assembramento e quindi di potenziali contagi.
Da questo punto di vista il fatto di concedere la possibilità di giocare e allenarsi all’aperto in strutture protette dove si pratica lo sport giovanile con protocolli rigorosi e controllati potrebbe rappresentare anche un’implicita misura di contenimento della pandemia oltre che il naturale modo di impiegare il tempo libero assecondando le loro passioni dopo i sacrifici affrontati dai nostri ragazzi, anche sotto il profilo psicologico, nei mesi di lockdown nella scorsa primavera.

Siamo tutti impegnati in una battaglia molto seria, assolutamente da non sottovalutare, ma dove è peraltro importante fare delle scelte che non penalizzino la salute, la socialità e il benessere psicologico dei nostri ragazzi che sono il patrimonio più grande per il futuro della nostra società.

Alla luce delle considerazioni precedenti la riapertura dello sport giovanile potrebbe nel complesso rappresentare un’apprezzabile iniziativa a basso rischio (date le remote possibilità di contagio degli adolescenti nelle strutture all’aperto che adottano rigorosamente i protocolli anti-covid) e ad alto rendimento (considerati i grandi benefici che si riverserebbero sui giovanissimi e sull’intero movimento anche a garanzia del mantenimento degli attuali livelli occupazionali di staff e allenatori attivi in queste società senza scopo di lucro).

Per tutte le ragioni sopra esposte chiediamo cortesemente di modificare prima possibile il DPCM in vigore dal 26 ottobre 2020 al fine di consentire al più presto la ripresa di tutti gli sport giovanili in Italia e di restituire finalmente il sorriso a migliaia di ragazzi e alle loro famiglie.
Grazie per l’attenzione
Un cordiale saluto
Fabio Ginelli
papà di un ragazzino appassionato di sport

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome