LAZZATE – Le donne della Lega di Lazzate tornano sul caso della mozione con richiesta di posizionare una Panchina Rossa quale segno di rispetto e sensibilizzazione per le vittime di violenza avanzata dal consigliere indipendente Fabio Del Mastro. Riceviamo e pubblichiamo il commento firmato dal sindaco Loredana Pizzi e dalle consigliere Raffaella Porta e Barbara Mazzarello.

«Spiace, ancora una volta, dover rimarcare la poca sensibilità e rispetto dimostrati, ormai in più di un’occasione, nei confronti di noi donne della forza di maggioranza di Lazzate. “Rispetto” che deve essere portato innanzitutto alle persone in quanto tali, a maggior ragione se donne, in questo caso. Se poi i consiglieri di minoranza, che ci ritengono sottomesse, sono gli stessi che appoggiano una mozione per installare una panchina rossa contro il femminicidio, allora la cosa è ancor più grave. Come donne rivendichiamo la nostra capacità di decidere senza essere strumentalizzate né da chi condivide il nostro impegno politico, né da chi ha giudicato la nostra posizione come se non avessimo autonomia di pensiero. Spiace dover ricordare che siamo donne, ma soprattutto esseri umani: le differenze esistono certamente e non vanno negate ma valorizzate. Ci piacerebbe parlare di un femminile e di un maschile che si arricchiscano e si completino, di distinzioni che non allontanino bensì creino equilibrio, di rispetto a prescindere, si sia uomini o donne. La mozione sulla panchina rossa, così presentata, identica per principio alla prima volta, non soddisfaceva le necessità di espressione che noi cercavamo. Noi non siamo panchine, non ci facciamo strumentalizzare, e abbiamo respinto la mozione non perché “sottomesse”, come qualcuno evidentemente abituato a sottovalutare le donne ci ha definite, ma perché lo abbiamo voluto noi! E non ci siamo limitate a votare a sfavore: abbiamo proposto delle alternative per noi più valide, ampliando il concetto di violenza e includendo maggiormente i ragazzi delle scuole, con un occhio di riguardo sugli aspetti progettuali ed educativi. La cosa grave, comunque, è il perpetrarsi -ormai da anni- di una violenza verbale a cui le donne della maggioranza, poiché leghiste, devono continuare ad essere sottoposte. Ci chiediamo se essere definite con tutti gli epiteti negativi possibili sia degno di chi si professa, invece, come difensore delle donne a Lazzate. Noi siamo convinte che chi pensa che una donna, come noi e voi donne che state leggendo, sia così facile da sottomettere e assoggettare, allora non abbia alcuna considerazione della donna, e crediamo che non sia certo una figura idonea a portare avanti delle battaglie in nostra vece. Preferiamo farlo noi, con un maggior coraggio, maggiore determinazione e soprattutto… maggior credibilità».

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